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Il testo di questa operetta giovanile rimasta finora inedita è di indubbio interesse e prova l'alto livello culturale di Gregorio De Filippis Delfico nel panorama politico, storico e filosofico dell'Ottocento teramano. Il tema scelto non era semplice, ma, pur con i limiti stilistici dettati dalla ovvia inesperienza e talvolta da una ingenuità di fondo, l'opera costituisce un particolare saggio filosofico, religioso e scientifico su una tematica che ha sempre appassionato l'uomo: l'origine della Terra e la rinascita dopo il Diluvio Universale. Il saggio manifesta la profonda, enciclopedica cultura del giovane nobile napoletano che, sposando Marina Delfico, la nipote di Melchiorre, perpetuò, insieme con il suo cognome, quello dell'illustre casato teramano. Mauro Norton Rosati di Monteprandone de Filippis Dèlfico