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Alfredo parte con l'amico Nanni verso la Città Giusta, luogo immaginario e utopico, per un viaggio di de-costruzione e di emancipazione interiore attraverso una sorta di pseudo-realismo. Colpito a morte e giacente quasi cadavere in una piscina, Alfredo sembra riflettere sulla propria vita. Galleggiando sullo specchio d'acqua, la disgregazione della sua psiche si consuma davanti a lui come fuga dalla Giungla Inestricabile della sua mente, invitando il lettore a pensare che spesso l'immagine che mostriamo di noi stessi si ordina come una deformazione alienata dai desideri che valica la realtà e diviene l'idealizzazione inconscia dell'io.