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Il volto di quella donna s'illuminò di nuova luce: lunghi capelli neri, sopracciglia folte, occhi verdi, carnagione olivastra e nessuna ruga d'espressione, rendevano quel volto soave e tenero come l'abbraccio di una mamma. «Adesso era davvero molto tempo che non ne vedevo uno.» «Ma quindi, esistiamo? Cioè... tolta l'Australia, siamo anche sulla Terra? O su Progius?» Jesper sembrava un bambino a cui avevano appena regalato le caramelle. E nessuno voleva rovinargli quel momento di precaria allegria. «Ma certo... Jesper, giusto?» «Sì.» «Certo che esistiamo,» il volto di quella donna si fece più serio «costretti a nasconderci, ma esistiamo. E siamo tantissimi. Ma ben presto, questa distinzione, non avrà più importanza...». Sospirò legandosi i capelli. Jesper abbassò il capo, incanalando il discorso. «Quindi... partiamo dal principio. È stato Mazhar a mandarvi qui?»