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C'è un particolare interesse della concezione linguistica, quale si viene a sviluppare, nel periodo della maturità poetica di Caterina Trombetti, per fecondità ed intelligenza, atta a creare un "fil rouge" che faccia uscire le tematiche dal ripiegamento su se stessi, per adire alla poesia civile e sociale, come testimoniano le liriche dell'ultima parte del libro, che ci consegnano tutto il dolore universale sulle madri e i loro figli che, nel pianeta, non posseggono ancora cure e pane per la loro vita. Ma procedendo per ordine, che la stessa autrice ed il maestro Giovanni Pecchioli hanno dato al fluire dei versi e relativa musica d'accompagnamento ad intreccio, sempre nel rispetto del ritmo, si evince come la stessa filosofia del linguaggio contemporaneo e delle filosofie linguistiche siano tali da incidere profondamente sulla cultura contestuale e poetica, a partire da "Abbazia di San Galgano" nella quale, al di fuori di tempo e di spazio, pur restando l'abbazia fortemente radicata alla terra e alla sua bellezza, essa stimola l'interesse ontologico di carattere universale.