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Dopo sette secoli dalla morte Dante è sempre vivo e di straordinaria attualità. Sette secoli e non sentirli! Dante ci parla ancora e continuerà a parlare a coloro che verranno, vorrebbe che lo ascoltassimo, che lo seguissimo nel suo straordinario percorso e che il suo folle viaggio fosse il nostro. Attraverso questo innovativo commento, con un ampio saggio introduttivo su Dante e la sua opera, la Commedia appare sempre di più come un immenso grandioso romanzo che, se scritto, nei nostri tempi, sarebbe stato un best seller da milioni di copie. Soprattutto l'Inferno appare come un romanzo in cui i vari racconti formano un mosaico narrativo in cui tutto si tiene e dove la tecnica narrativa è proprio quella del romanzo. Un romanzo polisemico e questo commento va letto come un romanzo, il cui obiettivo e la cui sfida sono quelli di renderlo accessibile a tutti. Nella Commedia in generale e nell'Inferno in particolare, gli emblematici peccatori passati in rassegna non sono quelli della strada, la gente comune ma quelli, eterni, del sistema, delle élites, delle classi dirigenti della politica e della Chiesa, presentati come dei veri e propri criminali che, per denaro e potere, si sono macchiati di delitti e colpe orribili, imperdonabili contro il prossimo e la collettività. E il Sommo li condanna per sempre come eterno monito, perché per lui sono quelli i grandi responsabili della crisi dei valori e delle degenerazioni in una società come nel mondo intero. Purtroppo, nulla è cambiato dai tempi di Dante ed è anche per questo che sia lui che la sua opera sono sempre di scottante attualità, sono un eterno classico contemporaneo che regge bene alla sfida del Tempo.