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La gioia è nel nostro tempo l'emozione più trascurata; messa in disparte se non addirittura esiliata dall'orizzonte umano. Una condizione che si mostra perfino nel linguaggio dove è quasi del tutto assente e dove sovrabbonda, invece, la parola felicità. L'essere umano sembra essere difatti proteso verso un'idea di felicità sempre più inafferrabile e precaria. Pervaso da sentimenti d'inquietudine e di rabbia, di tristezza, di delusione, di scoramento, vive senza più gioia. La gioia, considerata un'emozione legata al presente, al «qui e ora», a ben guardare ha però carattere progettuale e durata maggiore e, pertanto, natura di sentimento. Gioia che nasce dagli stati interiori del soggetto e che si alimenta delle piccole e grandi cose del quotidiano. Gioia che può farsi «ponte emotivo» utile per attraversare le situazioni critiche dell'esistenza. Che cos'è dunque la gioia? Che posto occupa nel tempo presente? A partire da questi interrogativi, il volume riflette sulla dimensione della gioia nel tempo presente e con lo sguardo rivolto prioritariamente agli aspetti e alle questioni di carattere pedagogico-educativo ad essa legati.