Tab Article
I vent'anni, la musica indie, le feste a sfondarsi, il surrealismo ed il cinema, l'America e i terremoti, interni e di fuori, i mondi e gli alieni. Ma soprattutto i ricordi dell'immaginazione, racconti di un mondo visto nella mente, ascoltando le canzoni di quella che poteva diventare la migliore band americana di fine anni Ottanta, i Pixies. Un album dei Pixies, Doolittle (1989), trasformato in 15 racconti da un ascoltatore di allora, e di adesso. Un libro come un disco. "Ho un disco in mano, ma non ho più un giradischi. Lo guardo, come facevo una volta, quando compravo i dischi e li leggevo per ore. Allora ricordavo i marchi degli stabilimenti dove venivano stampati. Figurarsi i testi delle canzoni, i musicisti e gli strumenti. Certi dischi li leggevo per settimane, altri in cinque minuti. Questo disco è stato qualcosa. Questo disco era potente. Questo disco è entrato nella mia mente e ha prodotto tanti racconti quante erano le sue canzoni. La musica era come la letteratura. Mi basta chiudere gli occhi per ricordare tutto. Ancora".