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Invisibile a me stesso è forse lo scritto a cui sono più legato. Per me si tratta, come avrebbe detto Andrej Tarkovskij, di una specie di "tempo scolpito", di memoria scorporata. In altre parole, dell'unico caso in tutta la mia vita, condizionata dalla mia scrittura "scientifica" di saggista anche in campo letterario, in cui ho sentito di riuscire nell'altrimenti vano intento di eliminare nella scrittura ogni filtro, ogni spiegazione; di parlare a me stesso ad alta voce, e lasciare che gli altri ascoltassero appropriandosene, e dando un senso personale a quanto avevo scritto. (Serafino Murri)