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Ora di cena. Milano. Periferia. Tavola bandita. Sono tutti in attesa di brindare: la polacca Paulina; i Brambilla, italiani; i Milenkovi?, "serbi della Serbia"; i Fazli?, musulmani bosniaci e un ospite inatteso. Nessuno pronuncia una parola intollerabile: guerra. I più piccoli non la ricordano; i grandi invece fumano, piangono, ridono di un posto che chiamavano "casa". Bo?idar Stanisi? ci regala una testimonianza, il vuoto, la perdita, la sconfitta di chi è costretto a strappare le proprie radici verso i campi profughi. Si brinda, ma a chi? A chi accoglie? A chi si sente straniero in un'altra patria? A chi non c'è più? Agli "avanzi" dell'ex Jugoslavia? Nei bicchieri di cristallo fragili non c'è vino, ma nostalgia, rabbia e una flebile voce che desidera un'identità che non esiste più.