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Ricordo con rimpianto quando qua sotto tutto era pieno di vita. Non dovevo far altro che affacciarmi e restare a osservare per far sì che la mia monotona giornata si riempisse di storie e curiosità. L'immobilità alla quale il destino mi ha ormai costretto non mi concede alcuna tregua e adesso, che sono rimasto solo, i giorni e le notti si alternano senza interruzione in una danza eterna e senza scopo. Ore rapide come minuti e minuti eterni come ore scandiscono la mia vita, lasciandomi impantanato in una snervante attesa senza fine. Vivere o morire sembra non fare più molta differenza e il mio presente altro non è che una progressiva e inesorabile marcia verso la decadenza...