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«Che cosa significa essere stato da bambino il figlio di un attore talentuoso e sexy che incarnava il ruolo del ribelle trasgressivo nel cinema del '68, ma che aveva lasciato casa quando io avevo solo otto anni?». Il racconto autobiografico, ironico e smaliziato, dell'infanzia e dell'adolescenza del figlio di un divo sui generis. Una casa porto di mare piena di divinità dell'epoca, la separazione dei genitori, il porto di mare si svuota e va riempito con qualcos'altro. Un paesino delle Marche che improvvisamente riceve una serie di celebrità. L'educazione cinematografica e femminista e la nonna che ti porta a vedere di nascosto i film di Pozzetto. Il televisore Brionvega in bianco e nero con cui si può guardare un solo cartone, una baby sitter fuori di testa, partite a poker dove ci si giocano cifre che non si possiedono, la difficoltà di sopravvivere a genitori esuberanti, se si è timidi e impacciati. La sensazione, da adulti, di ritrovarsi come i propri genitori, senza tutto quel glamour però!