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Un'attonita e onirica rappresentazione sul percorso della morte e delle emozioni che provoca nell'animo di uno spietato assassino. Per Peppe Anzaldi, uomo d'onore, sempre immancabilmente a posto, elegante, amico fidato e guardaspalle del boss di Altariva, Pino De Cristofori, "la mafia non esiste", è un'invenzione giornalistica. Un uomo che non si considera pentito, che non riconosce i valori e lo spirito con cui era diventato "mafioso", sepolto dalle ambizioni e da uno Stato connivente, carnefice e manipolatore. Una narrazione interrotta da frammenti di sensazioni che, pian piano, danno corpo a fantasmi della mente. E ritroviamo Anzaldi nelle campagne di Altariva, che cerca di sfuggire alla sentenza di morte voluta dal capo dei capi Turi Risina. Un romanzo che s'interroga sulle idee, le convinzioni, i cambiamenti, sul presente e sul passato, ma anche sulle paure di un uomo che si è sempre spinto alle conseguenze più estreme. Un uomo che, nel finale, chiude metaforicamente il cerchio cercando di mettere fine alla sua latitanza: "La morte ci accompagna sempre. Si muore e basta" dice mestamente.