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Il combattimento dell'eroe contro il drago ricorre in ogni tempo ed è un nucleo comune a culture molto lontane. Nel Medioevo l'uccisore del drago per eccellenza è san Giorgio, che diventa personaggio di spicco nel mondo dell'arte. Sembra invece non riuscire ad abitare con altrettanto successo la sfera letteraria. Ariosto, Tasso e Spenser, tre protagonisti del Cinquecento europeo e della Weltliteratur, lo evocano nelle proprie opere maggiori, cogliendo il fitto groviglio che compone questa figura complessa, tra il segno della torre, del bianco, del verde, dell'oro, e un sottile legame pervicace con il drago che dovrà affrontare. Il Giorgio uccisore del drago scivola dunque tra le pieghe della poesia, che gli concederà una felice, e celata, sopravvivenza. Tale occulta permanenza è oggetto di questo saggio.