Tab Article
Cent'anni fa, con il congresso di Livorno (21 gennaio 1921), da una costola del socialismo nasce, non solo per ragioni ideologiche ma anche per una nuova visione di interpretare la storia, il Partito Comunista d'Italia. L'evento, che si origina nel periodo in cui il fascismo comincia ad accreditarsi all'opinione pubblica, condiziona l'intera storia del nostro Paese (politico-economico-sociale), i cui rimandi si avvertono ancora oggi. Uno dei pensieri fondanti, mutuati assieme al giornale l'Unità, è l'attenzione rivolta al movimento operaio e contadino, indirizzato all'"unione proletaria" per diventare classe dirigente, abbattere lo Stato borghese ed affermarsi come "Repubblica federale". Altro aspetto, che si ingenera, è quello di poter finalmente considerare "problema centrale della vita nazionale italiana, la questione meridionale", a cui Gramsci e Dorso riservano studi e rilievi originali. Questo saggio, nel ripercorrere alcune tappe significative di quegli anni, propone pagine e riflessioni antologiche, testimonianze sempre vive di tensioni morali molto prossime al "meridionalismo delle idee e della ragione".