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Attraverso l'esame di tre fonti documentarie del Settecento (tutte integralmente pubblicate), relative al casale di Sirignano - piccola borgata dello stato feudale di Avella, alle falde del Preappennino Campano -, l'autore ricostruisce alcuni paradigmatici aspetti della vita socio-politica, economica e religiosa di una comunità rurale del Mezzogiorno in età moderna. In primo luogo il testo analizza due atti pubblici, fortunosamente sopravvissuti in un protocollo notarile, che descrivono, in maniera dettagliata, alcuni dei meccanismi attraverso i quali l'universitas di Sirignano provvedeva al proprio autogoverno. Vengono poi focalizzati due documenti relativi alla parrocchia, i quali, oltre all'elenco dei sacerdoti titolari dal 1561 al 1708, forniscono un interessante quadro sulle attività e le iniziative di natura materiale ed economica intraprese da uno dei parroci. Ampio spazio il saggio dedica, infine, al complesso delle proprietà feudali e burgensatiche e ai diritti feudali, che la famiglia Caracciolo della Gioiosa possedeva nel casale e nel territorio di Sirignano, attingendo a quella fondamentale fonte che è il Catasto Onciario di metà Settecento.