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Due libri (e forse tre) in uno - anche l'insolita impaginazione aiuta a leggere questo nuovo libro di Dalila Hiaoui come fossero due opere distinte: c'è l'originale arabo e c'è la traduzione di Tiziana Bernardo in italiano - e sono diversi i dettagli stilistici, linguistici, metrici, che in definitiva autorizzano a considerare Il sibilo dello zafferano di Tiziana un libro nuovo rispetto a quanto realizzato in precedenza da Dalila Haioui (come avviene del resto in tutti i casi in cui si presenta un lavoro in traduzione, con due firme). Ci sono poi le immagini di Muayad Muhsin, suggestive e surreali a volte, delicate in qualche caso, che non soltanto arricchiscono le poesie dalle quali sono state ispirate e alle quali sono affiancate, costituendo anche un racconto che si sviluppa per suo conto, un altro libro ancora, che quasi trasforma le effusioni liriche di Dalila Hiaoui in un film (una graphic novel, si direbbe).