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Con estrema semplicità, con storie paradossali, impossibili, irreali, Carlo Collodi sa parlare ad ognuno di qualcosa che invece è realissimo: la vita, con i suoi rapporti, la relazione causa-effetto, le attitudini, la capacità di scelta, il discernimento, l'impegno, le paure, le speranze. Pinocchio è scanzonato, ironico, burlesco senza eccesso, sensibile e leale nel suo profondo, non è banale e, se occorre, è coraggioso. Non c'è cattiveria in lui. Il burattino non è un pianificatore strategico e cinico. E deve conquistarsi tutto. Lo fa attraverso le disavventure. La fortuna l'assiste, mettendolo ripetutamente alla prova con situazioni che, con genialità letteraria, l'autore sa rendere particolarmente fantasiosi. La salvezza finale di Pinocchio è nell'occuparsi degli affetti familiari, nel dedicarsi al "babbo" e alla "mamma", non per dovere, ma per profonda riconoscenza. La propria sfera emozionale, quindi, il proprio mondo, quel privato che diventa microcosmo e che, da solo, è un tutto. Un libro in edizione ad alta leggibilità a grandi caratteri, elevata interlinea e rientri ripetuti.