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Normalmente, in Italia le persone sono molto caute nel criticare la chiesa e la religione e anche gli intellettuali sedicenti atei o almeno agnostici spesso esitano quando si tratta di mettere alla berlina il cattolicesimo o la fede in generale. Questo saggio semiserio, di impostazione filosofica e fortemente anti-religiosa, al contrario, non è "politically correct" nei confronti della religione, non si perita di metterla alla gogna e, pur nel rispetto della scelta di fede individuale, è un esempio di ateismo duro e puro, senza se e senza ma. Partendo dal presupposto che è stato l'uomo a creare Dio e non viceversa, il saggio mina alla base le certezze sulle quali si fonda il pensiero religioso e ne mette in luce le incongruità e assurdità. L'obiettivo è quello di "s-convertire" il lettore convincendolo razionalmente della bontà dell'ateismo. Composto (casualmente?!) da 66 capitoletti concatenati fra loro e 6 approfondimenti, il saggio tocca e sviluppa le principali tematiche del pensiero ateo "classico" concentrandosi soprattutto sulle concezioni della "Trinità miscredente" formata dal Barone di Holbach, Ludwig Feuerbach e Friedrich Nietzsche: ampie sono le citazioni di questi autori, utilizzate allo scopo di lasciarli parlare da sé. Il registro linguistico è intenzionalmente informale e colloquiale e il tono è spesso ironico. È un saggio che mira a divertire e non a offendere, rivolgendosi a un pubblico eterogeneo con l'obiettivo di essere accessibile a qualsiasi tipo di lettore.