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Nel gennaio 1926, dopo un comodo viaggio in vagone letto, Thomas Mann approda a Parigi in compagnia della moglie. Accolto come un vero e proprio «emissario dello spirito tedesco», trascorre nove giorni nella capitale francese, durante i quali incontra grandi personalità, pronuncia discorsi, intesse relazioni. Sfrecciando in taxi da un appuntamento all'altro per una Parigi «scintillante di luci e pubblicità», Mann incrocia personaggi singolari - come la memorabile figura del conte Coudenhove, convinto di poter unificare l'Europa in capo a un paio d'anni -, ma soprattutto si confronta con scrittori, attivisti e intellettuali che stanno cercando di costruire un futuro di pace. Fra un pranzo a base d'ostriche e un ricevimento di gala, "Resoconto parigino" affianca questioni epocali - quali la riconciliazione tra Francia e Germania e lo scontro tra democrazia e nazionalismi - a pagine di ciarliera e divertita mondanità. Con la sua penna prodigiosa, Mann evoca intere tradizioni culturali e interroga l'ambigua relazione tra letteratura e politica.