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Con un braccio rotto non si può insegnare a tennis. Il braccio però non è l'unica conseguenza della caduta da otto metri. Il dolore, la condizione d'infermo e la paura di morire, smuovono in Fausto emozioni contrastanti. Come la scoperta di un gioco che lui non conosce. L'azzardo. Il gioco infatti, come metafora di vita. Chi la prende per gioco e chi gioca con la vita. E dentro l'agone dell'esistenza il destino si diverte a far incrociare le strade di quattro personaggi, mettendoli a contatto ma sempre schivandosi, come Fausto e Chiara; e Nadia e suo figlio. Un randagio di nome Slot. Quattro elementi di una storia che scorre sottotraccia, in cui l'incomunicabilità, la solitudine e la voglia di riscatto si affideranno al gioco e alle passioni per recuperare una vita e abbandonare lo squallore del momento.