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«La pittura è l'ad-ventura di se stessa, di quel qualcosa che si congiunge mirabilmente davanti ai sensi protesi tra l'opera e il suo amante. Quel silenzio che si apre a spazio, quel rischio continuamente corso e superato come una scommessa lanciata. Quella stessa da Gastini sempre vinta.» È così che Bruno Corà descrive l'arte di Marco Gastini, antesignano della pittura analitica, in questo nuovo volume per la sezione "Monografie" della collana "le lucciole", con tavole a colori. Con le sue opere, svincolate dalla materia e che liberano forma e immaginario, l'artista obbliga lo spazio a rivelarsi. La sua pittura è caratterizzata da una sovrabbondanza di frammenti materici - carta, vetro, legno, ferro, colore -, vince una propria identità, sconfina e conquista la parete. Un'arte che sembra «non smetta di giustificarsi e anzi di rilanciare la propria necessità».