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Nel vasto orizzonte temporale degli anni che precedono e seguono la Seconda guerra mondiale, in un modesto villaggio, si distingue il comportamento di diverse persone, testimoni più o meno partecipi di avvenimenti cruciali del ventesimo secolo. Il connotato che sembra esaltare alcuni dei caratteri che si incontrano nelle varie vicende, soprattutto negli anni del dopoguerra, è una sindrome da visionari che, seppur di rado, assume tratti di allucinazione. Nondimeno, non manca chi riesce a scoraggiare ogni vaneggiamento e a rinsaldare i consueti equilibri. Riaffiorano, seppure oscuramente, i propositi di sempre: la rivendicazione della predominanza, i vagheggiamenti utopistici, l'infimo appagamento quotidiano.