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Nella galleria di antenati che illustra la storia del costituzionalismo, il ritratto più scontato è forse quello di Thomas Jefferson. Ma il manierismo della raffigurazione corrente poco si accorda con l'opalescenza di un pensiero compartecipe al destino di un'intera tradizione. Proponendosi di leggere Jefferson di concerto alla sue letture, il libro indaga l'«emersione del costituzionalismo dalle conversioni della tradizione» e assume a coordinate della sua inchiesta le «opere che hanno segnato gli estremi ideali della speculazione jeffersoniana»: le Vindiciae contra tyrannos e Les six livres de la République di Jean Bodin. Queste inesplorate ascendenze europee rischiarano di nuova luce il nascente costituzionalismo statunitense. E delineano un profilo inedito, che restituisce a Jefferson la forza rivoluzionaria di una dottrina pensata per dialettizzare, su base storico-comparativa, le forme giuridiche e antigiuridiche del potere.