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Destini incrociati che si riannodano come fili di incontri ritrovati e mai persi, tessuti nella trama di un tempo mai passato, sono le vite di Elsa e Stefano, l'investigatrice privata e il vicequestore, che insieme cercano la verità sulle due storie narrate. Atemporalità e delicatezza sono le dimensioni caratteristiche di ciò che ha importanza e valore, che non viene sacrificato sull'altare dell'hic et nunc imperante: ogni pagina è attraversata da un che di velato, che si scopre a poco a poco, come avviene tra i due protagonisti, per i quali il tempo pare non sia mai trascorso. È questione di incontri, di scoperte o ritrovamenti, perché da un incontro, da una scoperta o da un ritrovamento possono dipendere i destini di un'esistenza. Nella narrazione si alternano figure di un campionario umano composito, che svela vizi di oggi e di ieri, come la brama di possesso, leitmotiv di entrambe le vicende, in nome del quale l'uomo arriva a uccidere l'uomo e a sovvertire i principi dell'etica, mettendo al di sopra di tutto il dio denaro. Misura, equilibrio, armonia, delicatezza caratterizzano la vicenda.