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È il primo quarto del Novecento quando Gorizia nasce in una borgata ai piedi dei monti piemontesi confinanti con la Francia, un'area che fu per secoli appestata dalle antiche virulenze tra cattolici e valdesi. Di quelle si è persa memoria ma questi ultimi, senza spiegarsi perché, nutrono ancora reciproca antipatia. I genitori di Gorizia sono per l'appunto di religione diversa. Vivono nella casa paterna, cattolica, sottomessi alla suocera che considera la nipote di nessuna utilità e le procura un posto da domestica nella villa signorile a pochi passi dalla borgata. Qui, la ragazza scopre un mondo alterativo alla rude vita campagnola mentre la storia della villa riemerge dal passato e si intreccia con la sua. Uno "spaccato" della vita nelle valli valdesi all'inizio del secolo scorso, quasi un quadro dipinto con colori pastello, capace di regalare poesia e sentimento.