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"Tu che mi leggi, forse ami Fidia o forse Euclide. Dell'uno e l'altro sappimi al soldo ché in guerra avverso ognun che opponga il cuore all'intelletto. E come poco posso d'entrambi scruto le belle forme e logiche strutture. Il qual disegno se dritto o tondo eterno dubitar m'assilla e sogno: se fosse il cerchio tondo ch'approssima il riquadro? Che fine avrebbe l'infinito se fosse esso a tendere al discreto? Su un Giotto che a terra traccia un quadrato un cubo sol tramonterebbe cedendo il cielo a quattro stelle. Al che risento il dissonante canto che l'uomo duce in tra le cose si tratti d'arte, scienza o di dame. Amare d'esse quel che le fa diverse e al pari amar quel che le rassomiglia."