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La letteratura, la poesia, la pittura, la musica... i luoghi per parlare di Dio all'uomo contemporaneo. La teologia è animata da sempre dalla continua tensione tra il "dire Dio" e la sua "indicibilità". Da tale presupposto scaturisce l'interrogativo che è all'origine del presente studio: dove attingere nuovi argomenti, fatti, esperienze umane, nei quali maturare la viva esperienza del divino? Belardinelli individua in particolari forme espressive, come la letteratura, la poesia, la pittura o la musica, il luogo di originali stimoli di riflessione, cogliendo in ciò opportune occasioni di "rilancio" della teologia, occasioni per parlare di Dio all'uomo contemporaneo, senza tradire il nucleo fondamentale della Verità. "La Parola viene così calata nel cuore della contemporaneità attraverso parole e concetti che le sono propri, in una nuova forma linguistica di prossimità evangelica: un 'dire Dio' capace di scrutare tra le pieghe della vita e scorgervi - non importa quanto tenui bagliori di quella Parola, affievolita tra i rumori di un mondo frammentato in molteplici luoghi" (dall'Introduzione)