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L'interesse di Abraham Joshua Heschel (1907-1972) spaziò dalla filosofia medievale a quella moderna, dal profetismo agli studi sul chassidismo, dalla teologia alla politica, avendo sempre come filo conduttore l'amore per la sapienza e la passione per la verità. Heschel non si limitò a conoscere e approfondire la cultura ebraica, ma sentì l'esigenza di confrontarla con il patrimonio culturale occidentale. Il suo impegno intellettuale non fu mai fine a se stesso: per lui la cultura è un modo di vivere, e deve uscire dagli ambienti strettamente accademici per essere lievito tra gli uomini. Era convinto che il problema filosofico più importante del XX secolo fosse trovare nuovi presupposti e nuove premesse: un nuovo modo di pensare, che individuò nel pensiero biblico e in maniera particolare nel pensiero e nel pathos che animò i profeti, testimoni dell'esistenza di un Dio creatore e provvidente, non indifferente alle vicende umane, ma ben presente in esse.Nel corso di questo studio il pathos si precisa come passione per il Significato trascendente, il senso che ci fa cogliere l'Ineffabile nell'esperienza, lo slancio entusiastico, ma anche drammatico, per il Senso ultimo dell'esistenza. Tale pathos si fonda e si radica ontologicamente nel pathos divino, data la sua dimensione sia umana che divina, oltre che intenzionale e ontologica.