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Lo straordinario sviluppo delle tecnologie biomediche porta con sé il rischio di un approccio riduzionista, che riduce la persona al suo organismo e il malato alla sua malattia. Contro questa prospettiva "tecnico-medica" Turoldo propone un approccio olistico, ovvero una cura globale della persona malata che tiene conto del dolore non solo fisico, ma anche psicologico e spirituale che si accompagna alla malattia. Quindi l'autore entra nel merito dell'attuale dibattito sul limite delle cure mediche, sull'accanimento terapeutico, sull'eutanasia e sul testamento biologico.