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Nella vecchia casa di famiglia sull'Appennino ligure, nella frazione di Acquabuona, un uomo deluso dalle avversità della vita trascorre le sue giornate isolato nell'ozio. La figlia Anastasia, che vive a la Spezia con la madre, lo raggiunge e, giorno dopo giorno, tenta di colmare la distanza che ultimamente li aveva separati. Il padre, sollecitato dall'inquieta curiosità della giovane, racconta la storia dei suoi avi: il cuoco falegname, il cavaliere, il militare, le bisnonne e le nonne. Così ieri e oggi si intrecciano e gli antenati vengono ricordati per quello che hanno fatto e per le battaglie che hanno combattuto quotidianamente. Senza mollare mai. E proprio grazie a questi racconti, genitore e figlia scoprono un nuovo punto di incontro, una nuova storia da tracciare insieme. L'uomo, abile artigiano, ritrova il piacere di lavorare, di far rivivere il legno come i suoi antenati prima di lui, e piano piano recupera la voglia di rialzarsi e lottare. Tutto sembra tornare a sorridere. Anastasia riesce persino a convincere il padre a partire per un viaggio di riconciliazione con la madre. Mentre la narrazione incalza tra presente e malinconici flashback, un'ombra inquietante fa la sua comparsa: la data del 14 agosto. Proprio come una guerra del passato, il ponte Morandi assurge a simbolo di nuove morti, nuove macerie, nuove angosce, portando Anastasia a una drammatica presa di coscienza.