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Acque pure e cristalline, ghiacciai e cascate, fiumi maestosi e foreste ricche di biodiversità... Sono le meraviglie naturali dell'Aysén, nella Patagonia cilena. Proprio là, un vescovo in viaggio si ferma un giorno in una stazione di servizio e constata che un litro d'acqua minerale è più caro di un litro di benzina. Fa indagini insieme ai suoi fedeli, consulta esperti, collabora con le associazioni impegnate nella salvaguardia della natura e dell'acqua bene comune. Intorno alla ricchezza idrica della Patagonia si sono formati interessi economici enormi. Esiste un progetto di megadighe idroelettriche (cui partecipa anche l'italiana Enel). I ghiacciai già vengono venduti alle multinazionali dell'acqua in bottiglia. Ma chi ne beneficerà alla fine? Certamente non i patagoni e la loro straordinaria regione, riserva di vita per il pianeta. Ed è un problema che riguarda ogni paese, sostiene l'autore: fino a che punto è lecito trasformare il Creato in mercato? Questo libro è un lettera pastorale impegnata su tutti i fronti, da quello dell'analisi e della denuncia a quello teologico e spirituale. Perché il tempo presente richiede una comprensione rinnovata del nostro stare nel Creato.