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Nel fiume di notizie quotidiane e negoziati di pace moribondi, ben pochi sembrano conoscere le bellezze della comunità palestinese e la vitalità creativa della produzione musicale, artistica e letteraria. Eppure, leggendo questo libro, si scopre che in Cisgiordania, nella Gaza "fondamentalista" e nella Gerusalemme araba il talento abbonda: il violinista internazionale Ramzi Abu Radwan che lavora con i bambini dei campi profughi di Ramallah, i registi e gli attori del Teatro dell'Oppresso Ashtar, Zakariya Zubeidi e i ragazzi del teatro della Libertà di Jenin e mille altri ancora. Cos'è l'arte per la Palestina? È resistenza ed esistenza al tempo stesso. L'arte racchiude l'identità e la creatività di un popolo che ha deciso di non farsi annullare dalla storia per abbattere lo stereotipo di "violento", "fanatico" e "terrorista" che gli è stato cucito addosso.