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Quei ricordi, così preziosi e così nascosti in fondo al cassetto, improvvisamente appaiono nitidi, chiari e inaspettati. Si rivelano in tutta la loro potenza ma soprattutto si avverte l'essenziale spesso nascosto nel particolare. E sono proprio i particolari a rendere chiara la scena. La pandemia che ha sconvolto i nostri animi e la conseguente reclusione forzata ha generato una sorta di auto terapia psicologica. Silvana Cardin in Oltre la certezza evoca il suo passato, giunge fino alle radici del suo Sé per arrivare alla chiara consapevolezza della sua fragilità, in quanto essere pensante e fluttuante secondo i venti più o meno avversi. Silvana ha vissuto un'infanzia come tante, in una famiglia modesta come lo erano per la maggior parte le famiglie del secondo dopoguerra. I flash-back continui vanno ad introdursi prepotentemente tra le considerazioni di questa pandemia, e le relative disposizioni che molto fanno discutere. E il parallelismo che si crea è molto interessante. Se da un lato l'atteggiamento immediato fu quello di ricostruire e ricominciare da capo, dall'altro, nella situazione odierna, la ripresa sembra possibile ma troppi fattori la contrastano ritardandone la rinascita. Si ha la sensazione di essere intrappolati in una condizione di stallo. La capacità introspettiva di Silvana genera una narrazione cadenzata, dal ritmo costante, lirica ed evocativa, ed accentra l'attenzione sul significato insito dell'espressione semantica quasi a voler produrre un dolce sentire.