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Che cosa stabilisce a quale strada siamo destinati? Dio oppure le nostre scelte, talvolta influenzate dalle azioni altrui? È così che accade quando prendono il sopravvento la stanchezza e la debolezza d'animo scaturite dalla sofferenza. È ciò che potrebbe avvenire quando si è costretti a fuggire via da un luogo dove ogni giorno la guerra si sostituisce alla luce del sole, dove ogni notte la paura oscura la bellezza delle stelle. Il mare sembra l'unica soluzione e chi scappa si rifugia insieme a tanti altri su barconi dove lo spazio è stretto e dove solo la violenza riesce a farsi strada in mezzo ai più deboli. Quando però non hanno più nulla da perdere, consumati dall'odore della paura e delle ingiustizie subite, coloro che riescono a salvarsi rischiano di diventare vittime di chi va in cerca di pedine per realizzare i propri scopi distruttivi. È quello che accade a un padre e a un figlio fuggiti da Aleppo, divisi dal naufragio della barca che li ha resi profughi e soli al mondo e apparentemente salvati dall'illusione di una vita migliore, che invece nasconde pericoli che si intrecciano con il destino di chi, come loro, vive per un solo scopo: la vendetta e la giustizia. Attraverso questo romanzo, l'autore Andrea Anasca mette in evidenza le diverse sfumature della sofferenza umana e pone al lettore alcuni interrogativi: fin dove arriva la forza dell'amore?