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La scuola italiana è basata su un equivoco abbastanza radicato: la convinzione che la lezione frontale sia il metodo più efficace per l'apprendimento, caratterizzata dalla lettura del testo e di conseguenza dalla spiegazione dell'insegnante. Ma il processo di acquisizione si attiva con lo studio in gruppo, laddove l'elemento più brillante può essere soggetto trainante per quelli che stentano ed hanno pochi stimoli. Il professore Giuseppe Rescigno con La strada nel bosco, Percorso formativo di un docente racconta la sua esperienza di insegnante in un piccolo centro del Meridione. In lui è radicata la convinzione che andare oltre gli schemi classici della lezione frontale sia l'unico modo per incuriosire e tenere alta l'attenzione dei ragazzi. Memore di un passato scolastico piuttosto difficile, ritorna dopo anni nella stessa scuola che lo aveva giudicato e mal proposto. Ora ha acquisito metodo e consapevolezza e intende condividerla con i suoi ragazzi. Prende spunto proprio da quel boschetto che in adolescenza costituiva la sua fuga dalle lezioni; ora invece è liberazione e "laboratorio a cielo aperto" dei suoi studenti i quali, attraverso le innumerevoli attività, scoprono il senso della collaborazione e della ricerca.