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Partito da una provocazione antisemita l'anonimo autore ha ripercorso i cerchi della prima cantica come stimoli infernali. Da raccomandato l'anonimo Giovanni ha iniziato la salita per le balze e i sette gironi grazie agli impulsi del Purgatorio, sempre da solo. Proprio sul finire delle migliori acque si è imbattuto, inaspettatamente, in una compagnia non proprio desiderabile e tanto meno raccomandabile. Questo compagno gli ha regalato con l'isolamento e la clausura la solitudine, il silenzio e la meditazione lungo l'ascesa dal cielo della Luna a quello di Saturno. Si è fermato proprio prima del cielo delle stelle fisse, e gli ha fatto rivolgere dall'alto il viso giù all'aiuola, che gli è apparsa in tutto il suo vil sembiante di terra di conquista e di sfruttamento. Possibile che è bastato un piccolissimo, invisibile, insignificante essere per evidenziare e fare esplodere tutto il contraddittorio e il negativo che ci caratterizzano attualmente? Per scacciare, poi, il Coronavirus si è fatto avanti l'amaro palliativo delle colorite restrizioni, che hanno il merito di farci apprezzare, ad nutum e/o ad libitum, con la privazione, la libertà di movimento, il piacere della socializzazione e la gioia per gli affetti più cari. Escluso, quindi, l'"indiare", il dubbio tra il trasumanare di Dante e il disumanare del virus espiatorio, sta lì per ricordarci che l'"Homo sum, nihil humani a me alienum puto!" è ancora valido. È valido ancora? Ormai, lettore, sei preparato e pronto alla rilettura del Paradiso.