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Roberto cammina a piedi nudi sull'asfalto rovente in una domenica estiva, consapevole della sua condizione, vittima di un destino ineluttabile. Una strada già segnata dalle tante difficoltà che una Napoli del dopoguerra si ingegna a ricostruire. L'estrema povertà è il risultato di quel disfattismo che la guerra ha lasciato e tra la popolazione vige il senso della precarietà che tanto caratterizza l'animo partenopeo. Roberto vaga da solo, per le strade, alla continua ricerca del modo per risolvere la giornata. Tante situazioni si avvicendano e tanti pericoli affronta, ma lui, lucido, percorre una linea di cui conosce benissimo l'epilogo, non c'è incanto, non c'è illusione, solo la fredda cognizione lo porta avanti. Figlio della strada, cresciuto troppo in fretta, privo del calore e della preziosa guida genitoriale, sul suo cammino incontrerà degli angeli che instilleranno nel suo cuore molto calore, dirittura morale e una nuova identità; ma tutto ciò è temporaneo, il richiamo della strada è forte, e difficilmente essa vuole perdere i suoi figli... La narrazione di Roberto Ardis colpisce per la freddezza con cui egli annota gli eventi, parole decise che escono da un cuore poco avvezzo alle sottigliezze, si avverte una punta di rammarico ma anche l'accettazione di un destino che ora, diversamente, non potrebbe essere, forse col tempo avrà modo di percorrere deserti differenti... Roberto Ardis ne Due angeli vestiti da persone - Maria Lettieri e Paolo Virnicchi - Storie vissute di un destino crudele ci regala la sua storia, il suo insegnamento.