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"Veralba" è un romanzo che scava nel profondo dell'animo infantile, dove fantasia, immaginazione, creatività e realtà si amalgamano in un unico processo evolutivo. Vera è una bimba che, con un'inversione di tendenza, nel pieno degli anni Cinquanta, dall'emancipato nord Italia, si trova catapultata con la sua famiglia in un meridione ancora arcaico. Privata dai riferimenti ai quali era aggrappata, si ritrova in una situazione di degrado, dove anche la sua famiglia, autoritaria e repressiva, esercita un forte ostacolo alla sua crescita. Inserita tardivamente in un inospitale contesto scolastico, vive, tra i piccoli e grandi drammi che la coinvolgono, un impatto coscientemente negativo verso la comprensione delle iniziali nozioni aritmetiche. È un rifiuto che in modo inconsapevole cela un rapporto di odio-amore. È in questa realtà ambientale che Vera, come ogni bambino fa a suo modo, attua inconsciamente i meccanismi di difesa più consoni al suo temperamento. Nasce così Alba, la sua amica immaginaria che altro non è che la proiezione di se stessa, di come vorrebbe essere e di come, in effetti, è: una bimba intelligente, riflessiva, ma soprattutto creativa.