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"Spostandosi sugli assi cartesiani dello spazio (Io sono nelle tasche / della mia città) e del tempo (Era così la mia casa un tempo, / di voci e bucati stesi), si ha come l'impressione che Picasso o Lynch si siano divertiti a girare il film della vita dell'autrice, smontando e rimontando i pezzi in maniera tale da smarrirci nel labirinto dei ricordi e dei sentimenti. Sentimenti che poi - con l'amore in prima fila - sono l'altro grande protagonista della silloge. L'amore, sembra sussurrarci la poetessa, resta inafferrabile, indecifrabile, a venti e a settant'anni, una calamita cui non ci si può sottrarre, ma anche un puzzle cui un fauno dispettoso ha sottratto di nascosto un pezzo, e quindi mai completabile (Sei già così lontano, amore, / sei di un altro tempo, / ma mi scivoli accanto ogni giorno / con mani di nebbia). Ma soprattutto irrinunciabile, confessa nei versi più struggenti della raccolta: È stato poco correre insieme / quasi una vita. / La felicità affama..." Dalla prefazione di Giuseppe Palladino.