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"Proporre la lettura dei racconti di Anna Maria Ortese significa indicare una via di riflessione sul mistero della vita per chi comincia ad avvertire il problema di se stesso nel mondo. La lettura di questa Autrice non è facile; i testi non sono evasivi, anche quando lo sembrano, anche perché il sogno di alcuni deve coniugarsi con la poliedrica tematica di altri, che accolgono il realismo fino alla nota più accorata del grigiore e dello squallore, il pathos sofferto senza speranza, l'argomentazione corrosiva delle dottrine e delle culture imperanti... Obiettivo del presente lavoro è ricomporre il pensiero della Scrittrice attraverso echi e rimandi che i testi tracciano. I racconti della Ortese "espongono un mondo" e offrono la proiezione inaugurante di un altro possibile; al centro della scrittura si pone non l'uomo, o non solo l'uomo all'interno di un nobile umanesimo da recuperare, ma la creatura, ogni creatura dotata di respiro vitale, in una religiosità cosmica che sa, contemporaneamente, di debolezza e forza, di morte e vita, così come ogni forma di vita esce e si sviluppa nel grembo della natura".