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"Questo libro nasce dall'incontro tra la passione per i viaggi e quella per il mito", scrive Giuseppe Conte nell'introduzione. L'isola di Aran, al largo delle coste irlandesi, schiude l'accesso agli dei e agli eroi celtici; le Orcadi, al largo di quelle scozzesi, risuonano ancora delle armi e dei canti di Qdino, mentre a Patos, nell'isola di Cipro, ancora splende la luce in cui i Greci videro Afrodite. In Egitto poi gli angeli delle moschee islamiche al Cairo precedono le dinastie solari della valle del Nilo; l'India del Sud diventa il tempio vivente di un numero sterminato di divinità; e infine a Taos, nel New Mexico, gli indiani d'America ereditano nella loro fraternità fiera il culto arcaico del Grande Mistero. In questi viaggi Conte riscopre il mito non come fossile del passato, ma come energia spirituale che attraversa il presente e che consente all'uomo di conoscere le sue origini, la divinità della natura, il destino dell'anima.