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Le vecchie zie, tutte maestre, "fusti di quercia, dalle radici ben solide", "custodi dell'ordine classico", "fedeli gendarmi dello stato", e ancor più fedeli all'avarizia come "segno di decoro... atto di fede... principio morale... norma pedagogica". Romantico fustigatore dei costumi, Leo Longanesi sapeva benissimo che le vecchie zie, specie in via di estinzione, non ci avrebbero salvato, messe in soffitta come busti impagliati, spodestate dal progresso e da nipoti coi sogni a colori. Erano l'emblema di una borghesia dal candore provinciale antica già allora (nel 1953), che aveva fatto le ossa al paese e l'aveva tenuto in piedi, che amava le cose solide e ben fatte: Longanesi la guarda da lontano, con rispetto e un pizzico di nostalgia.