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In un passato ormai lontano donne e uomini straordinari si sono impegnati per far valere idee e sogni nei luoghi in cui stavano prendendo forma tempi nuovi. Rileggendone le vite Ernesto Galli della Loggia riporta alla luce figure ed episodi decisivi e trascurati della nostra storia. Come nel caso dei fratelli Bandiera e di don Tazzoli, sottratti alla «naftalina del patriottismo convenzionale» per ripercorrere quel Risorgimento nascosto «poco o nulla liberale e tanto meno democratico». Conseguenze del risveglio politico furono la volontà e la capacità di agire sulla scena del mondo, animando istituzioni quali il Metropolitan Museum di New York, il cui primo direttore divenne l'avventuriero Luigi Palma di Cesnola. Una formidabile passione ideale spinse Anna Kuliscioff, giunta dalla Russia, «a farsi italiana e fin milanese», tenendo a battesimo il socialismo nostrano. La fiamma libertaria ardeva anche in Andrea Caffi, bohémien per vocazione, tra i pochi intellettuali italiani davvero «cosmopoliti», la cui fama fu oscurata da quella di altre figure coeve. E ancora, Pietro Quaroni, ambasciatore alle prese con l'Impero britannico dopo l'armistizio, sospeso tra la vecchia diplomazia e una classe politica inesperta con in mano le sorti dell'Italia considerata ormai sotto l'egida degli anglo-americani. L'ambiguità del Novecento fa da sfondo a quell'itinerario di emancipazione che fu l'esistenza di Edda Ciano, consegnata al destino amaro degli sconfitti dopo che l'ascesa del fascismo l'aveva resa libera senza pagare alcun prezzo; un percorso opposto a quello di Filomena Nitti, la cui vicenda rispecchia uno dei drammi più dolorosi dell'antifascismo liberale. Italiani non comuni, su cui vale la pena interrogarci, perché «posare lo sguardo su queste vite e queste morti serve forse a risospingerci verso il futuro».