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Tra tutte le opere di Goethe, "Le affinità elettive" è forse la più ambigua, e proprio qui risiede il suo fascino. Insieme impietosa critica e riluttante celebrazione dell'amore romantico, questo romanzo della maturità ci mostra con straordinaria esattezza psicologica il graduale irrompere del caos in un mondo ordinato. Le nitide geometrie ancien régime sulle quali si fonda inizialmente la vita dei personaggi vengono inesorabilmente travolte dal furore passionale che spinge Eduard e Ottilie l'uno verso l'altra; il tutto, però, riflesso nello specchio limpidissimo di uno stile che è l'opposto di quello del Werther e sembra negarne deliberatamente il vertiginoso abbandono. L'anziano poeta manovra i suoi simboli con rigore quasi scientifico, come si addice a un romanzo che prende in prestito dalla chimica il suo stesso titolo; ma oltre il cristallo che lo scherma con tanta cura, in ogni riga sentiamo divampare l'incendio degli affetti.