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Giurisprudenza creativa? Giudice-legislatore? Qualunque opinione si nutra rispetto a questi interrogativi e alle impostazioni ch'essi riassumono, è certo che in uno scenario da "diritto liquido" (qualcuno ha parlato, addirittura, di "post-diritto"), il ruolo della giurisprudenza nella conformazione delle regole che governano il vivere sociale è cresciuto in maniera esponenziale. La centralità della funzione giudiziale, un tempo orgogliosa prerogativa del common law, emerge per chiari segni anche nel nostro sistema giuridico, sia pure con connotazioni assolutamente autoctone. Di questi (e altri) sviluppi il Foro italiano fa, da un secolo e mezzo, una cernita tempestiva quanto approfondita, rendendo testimonianza di un'esperienza in atto, che tende a dipanarsi sequenzialmente ma non disdegna, talvolta, sussulti e strappi, com'è tipico di un organismo vivo e reattivo. Per la seconda volta, il libro racconta, per sentenze e relativi commenti, la storia giuridica di un anno: il 2018, particolarmente ricco di novità, quand'anche controverse. Perché non vada dispersa la memoria di com'era, giusto ieri, lo ius quo utimur.