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Il volume analizza il cambiamento accelerato, presente nelle decisioni e nei comportamenti, che determina la trasformazione della routine in rivoluzione strisciante senza fissa dimora. La sovversione dell'esistente si delinea come occasionale e inevitabile nelle aree più avanzate e nelle regioni più impervie del pianeta, all'insegna delle stesse motivazioni congiunturali che fungono da alternative universali. Nel panorama culturale del XXI secolo, l'interesse perseguito dal mercato ha come terminale rivendicazionista l'indifferenziato soddisfacimento dei beni immateriali, riflessi nei diritti civili, politici e ambientali. Alla risolutezza dei pochi fa riscontro l'attendismo dei molti, che si concretizza nella liceità del potere tutorio, quale controverso aspetto del provvidenzialismo mondano. Il dualismo ideologico del rinnovamento e della conservazione dell'esistente, dell'equa distribuzione delle risorse - naturali e artificiali - e della libera determinazione per attuarle, perde di mordente propositivo, a causa delle derive propagandiste, che inficiano la risoluzione delle controversie di principio per suffragarle a vantaggio degli assetti istituzionali tecnologicamente accreditati nella prospettiva della pacifica e industriosa solvibilità e convivenza.