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Più che una "scuola" unitaria definita da scelte omogenee, il Verismo oggi ci appare come un laboratorio collettivo animato da sperimentazioni narrative molteplici, nel segno però di una comune militanza in favore di un'arte nuova e anticonvenzionale. In effetti, il Verismo fu la prima avanguardia letteraria dell'Italia unita: un'esperienza di rottura fondata sul rapporto costitutivo tra principi teorici e invenzione artistica e capace, perciò, di essere insieme una realtà siciliana ed europea, radicata nel mito e aperta alle contraddizioni del presente, periferica e pienamente moderna, in dialogo fertile e originale con gli sviluppi del grande realismo del pieno e tardo Ottocento. Collaborando nell'officina verista, Verga, Capuana e De Roberto divennero i protagonisti di una straordinaria rivoluzione narrativa ed espressiva che ha segnato in profondità il romanzo del Novecento e che interroga anche la letteratura del presente. Nei suoi diversi capitoli, affidati a studiosi di generazioni e sensibilità differenti, il volume fa il punto sugli studi degli ultimi decenni su Verga e il Verismo e indica le categorie d'analisi e le piste di ricerca ancora non compiutamente esplorate, delineando un quadro di ciò che è stato fatto e di quel che resta da fare.