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Popoli come i curdi, gli armeni, i siriani, i senegalesi, i nigeriani, i maliani, gli iracheni, gli afghani, soltanto per citarne alcuni, hanno generato flussi migratori che non possono essere fermati, ma di cui vanno riconosciute le cause, che spaziano da quelle economiche e politiche ai conflitti armati. In particolare, le migrazioni femminili necessitano oggi di una particolare sensibilità sociale. Non perché il fenomeno non si verificasse anche in epoche passate, ma perché diversa è ora la consapevolezza delle problematiche e delle criticità vissute dalle donne, soprattutto se in fuga da zone di conflitto. Il dibattito sociologico può sviluppare in tal senso un'intelligenza del presente e dei suoi sviluppi con riferimento alle donne rifugiate e alla loro potenzialità di diventare attrici di pace e sicurezza, in conformità con le indicazioni della normativa internazionale, in particolare della Risoluzione del Consiglio di sicurezza 1325 del 2000.