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L'anatema di Croce sulla «mentalità massonica» ha gravato sulla cultura italiana per l'autorevolezza di chi l'aveva pronunciato e per il mancato esame di quel verdetto. In verità, dietro lo schermo della massoneria, Croce attaccava la "retroguardia" del Settecento, le cui dee - Ragione, Tolleranza e Umanità - non era disposto a venerare, contrapponendo a quelle astrazioni il suo storicismo assoluto, la concezione del tutto immanente della vita, dei compiti di ognuno e della storia realizzatrice di libertà. Il volume ricostruisce le ragioni del giudizio di Croce integrandole con uno studio approfondito dei classici della massoneria. Emergono con evidenza l'attualità e l'utilità delle riflessioni di Fichte e di Lessing, ancora preziose, oggi, per affrontare questioni di strategia delle convivenze e per la difesa dei progetti personali di vita, caratteristici della nostra modernità.