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Le esigenze di tutela, per i bambini e i ragazzi gravemente malati e ricoverati a casa, vengono effettivamente riconosciute e attuate nel nostro Paese? Quando gli alunni si ammalano, le stanze domestiche, intime e famigliari, si trasformano in spazi dell'accadere educativo. Bambini e ragazzi continuano a crescere e imparare, anche se malati e lontani dagli ambienti di apprendimento tradizionali. Durante le terapie, esperienze di vita e apprendimenti non si fermano o rallentano ma trovano altri modi, tempi e contenuti; e condizionano lo sviluppo della personalità dei giovani pazienti. A loro la scuola deve fornire le migliori opportunità e risorse, specie quando la malattia spinge a sentimenti di disconnessione, al disagio sociale ed emotivo. L'istruzione domiciliare è un campo nuovo di ricerca: gli investimenti sono in aumento, gli strumenti educativi sono originali e le modalità di intervento sono personalizzate, perché ogni studente richiede strategie appropriate e rivedibili, come le terapie. Per realizzare ambienti inclusivi è necessario adottare una nuova mentalità di lavoro e sostenere l'innovazione dei processi e la condivisione di riflessioni che promuovano competenze pluridisciplinari e diffuse, in rete. La diversificazione dei luoghi delle cure educative farà bene anche alle classi tradizionali, spesso irretite in prassi asfittiche. Le riflessioni più vive e coerenti, non a caso, sono quelle degli studenti costretti a casa dalla malattia.